Un'uscita sul Serio

Ultimo sabato di Maggio, uno degli ultimi di questa primavera ballerina del 2010. Un lungo strascico invernale ci ha accompagnato fino a questi giorni, con andamento alterno tra pioggia e neve tardiva sui monti, regalandoci fino ad ora acque alte e sporche.

Siamo io ed il Bet, il resto della compagnia ha vari impegni o qualche ultimo starnuto da smaltire quindi ci ritroviamo da soli, come tante volte in passato è accaduto.

Decidiamo per un uscita sul Serio, per ritornare a Ponte Nossa, il tratto no kill e dintorni visto che la volta scorsa (un mese fa) non abbiamo potuto pescare come si deve causa maltempo. Ci era piaciuto subito questo bel fiume. Lo conoscevamo di nome, non l’avevamo mai pescato perché “molto battuto” ci avevano detto, soprattutto il tratto no kill. Ma prima o poi bisogna pur provare, quindi…

Ci si trova alle sette e mezza e in un’oretta di viaggio siamo sul posto. Stranamente deserto per essere un sabato; “forse per colpa del tempo” ipotizza il Bet. Si, perché anche questa volta sembra che la primavera voglia fere le bizze, un nuvolone nero si aggira minaccioso nascondendo, a tratti, il sole.

Ponte Nossa - click per ingrandire
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In giù dal ponte - click per ingrandire
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Facciamo due passi e notiamo solo un pescatore in lontananza che pesca a risalire. L’acqua è alta tanto per cambiare, pulita e freddissima. Notiamo qualche bel pesce letteralmente inchiodato sul fondo.

Ci cambiamo e scendiamo sul fiume. Facciamo un pezzo a risalire decidendo per una ninfa piombata con aggiunta ulteriore di piombo sul finale per poter raggiungere i pesci nelle buche dove stazionano.

Il sole va e viene giocando a nascondino l’aria non si scalda e non vola un insetto.

Avvistiamo dei bei temoli in una lama profonda; decidiamo di provarci.

I primi tentativi sono infruttuosi, poi il Bet mi chiama, ha in canna un bel pesce ma non faccio nemmeno in tempo a prendere la macchina fotografica che lo perde. Le imprecazioni ve le risparmio, tanto le saprete a memoria anche voi, sono le stesse per tutti i pescatori.

Decido di cambiare il finale mettendo un tip di un metro e dieci dello 0,12 e una Temolina sul 18. Aggiungo ancora un poco di piombo e riprovo rifacendo la lama con metodo e pazienza.

Pesco lasciando solo il finale fuori dal cimino per avere più sensibilità, non stò utilizzando lo strike indicator, solo un metro di filo verde fluorescente prima del tip. Dopo qualche passata il finale ha un sussulto, ferro con delicatezza e un bel temolo sui 30 apre le danze.

Temolo - click per ingrandire
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Dopo una foto lo rilascio con cura e lui torna vivace in fondo alla lama. Mi sposto poco più a valle e ricomincio le mie passate, prendo in sequenza due temolini sui 18/20 centimetri e ne vedo altrettanti più piccoli, segno di una naturale riproduzione.

Passa una mezz’ora di calma apparente poi finalmente comincia a piovere…altro che pioggia, un acquazzone in piena regola!

Sotto l'acquazzone - click per ingrandire
Sotto l'acquazzone - click per ingrandire

E dopo la pioggia…la nebbia.

Tipico tempo da temoli direbbe qualcuno. In effetti ci saremmo accontentati anche solo del cielo nuvoloso, ma tant’è.

Tempo da temoli - click per ingrandire
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Avvolto nel mio fido impermeabile d’emergenza (ho lasciato la giacca in macchina in un eccesso di ottimismo) ricomincio a pescare con i goccioloni che mi fanno vibrare il cimino picchiandoci sopra.

Altro che tempo da temoli, tempo da lupi!

Poco dopo l’acquazzone passa e rimane una pioggerellina costante. Continuo nel mio intento e la Temolina fa il suo dovere. In fondo alla lama aggancio un bel temolo che mi fa subito sentire tutta la sua potenza dando delle continue musate verso il fondo e partendo a risalire mettendo a dura prova il mio 0,12. Gli lascio un po’ di coda e cerco di lavorarlo senza forzare e senza fretta.

Alla fine anche lui viene a farsi fotografare prima di essere rilasciato.

Temolo - click per ingrandire
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La pioggia non smette e visto che è quasi l’una decidiamo di smettere noi e di andare a mangiare. Due panini e un bicchiere di Gutturnio ci riscaldano mentre chiusi in macchina guardiamo la pioggia crescere di intensità.

Nel pomeriggio riproviamo più in alto, verso una cascata che segna l’inizio del tratto no kill. La pioggia ha cessato finalmente e qualche schiusa comincia a vedersi. Le lame sono stupende, ma non c’è alcuna attività in superfice nonostante le effimere che continuano a scendere.

Sull’unica ninfata che vedo monto una sommersa sul 16 e frustandola per i primi due lanci la tengo a galla pescando a scendere. Sul secondo lancio il temolo sale deciso, pende la mosca, basta mettere in tensione la coda per averlo in canna e così è.

Si gira un paio di volte dando due strattoni violenti lo vedo argenteo e brillante ad una decina di metri è davvero bello grosso, alzo la canna lui dà un altro colpo e si slama. Bello davvero.

Peschiamo ancora un po’ senza particolare fortuna, solo un paio di “piccoli” sempre a ninfa. Verso le 18 si rannuvola a sale un’aria che a dire fresca è poco.

Un "produttore" di cul de canard ci fa compagnia - click per ingrandire
Un "produttore" di cul de canard ci fa compagnia - click per ingrandire

Decidiamo di chiudere qui questa giornata di fredda primavera; considerando che siamo ormai agli inizi di Giugno mi chiedo quando cominceremo a trovare un po’ di acque “tranquille”.

Un bel fiume, si può osservare durante tutto il tragitto fino a Ponte Nossa, molta acqua, a tratti molto turbolenta, ma penso sia una caratteristica di quest’anno l’acqua alta. Bello il fiume e bellissimi i temoli anche se non certo facili. Avete mai trovato temoli facili? Non sarebbero temoli.

Alla prossima.